La Repubblica italiana, con la legge del 30 marzo del 2004, riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo.
Il Giorno del Ricordo commemora i massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata. Le foibe sono cavità naturali tipiche della regione carsica, nella zona nord orientale d’Italia, dove, a partire dal crollo del regime fascista nel 1943, e poi ancora più gravemente nel 1945, furono compiuti massacri contro la popolazione italiana da parte delle truppe jugoslave del maresciallo Tito.
Secondo le stime degli storici, tra i 5.000 e i 10.000 italiani furono uccisi nelle foibe durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Inoltre, tra i 250.000 e i 350.000 italiani furono costretti a lasciare le loro terre nell’Istria, nel Quarnaro e nella Dalmazia, in quello che è noto come l’esodo giuliano-dalmata. Su queste vicende per decenni si è innalzato un muro di silenzio per una sorta di complicità tra le forze politiche centriste e cattoliche da una parte, e quelle di estrema sinistra dall’altra. Soltanto dopo il 1989 (con il crollo del muro di Berlino e la fine del comunismo sovietico), e soprattutto dopo l’Istituzione del Giorno del Ricordo, si è dato spazio a un evento lasciato ai margini della narrazione storica.
Anche la scuola è chiamata a fare la sua parte per divulgare la conoscenza di queste pagine della storia che documentano l’orrore a cui conduce il conflitto etnico e ideologico.
0